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22.03.2024 - 28.06.2024

Arnaldo Pomodoro: il movimento possibile

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Art+Design Experience / mostra

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Cortesi Gallery

Via Morigi, 8

orari di apertura

Aperta dal lunedì al venerdì, 10 – 18

Cortesi Gallery è lieta di presentare, nella propria sede milanese di Palazzo Morigi, la mostra Arnaldo Pomodoro: il movimento possibile, a cura di Alberto Salvadori, realizzata in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro. La mostra è un'affascinante incursione nella straordinaria carriera di uno degli artisti più significativi del nostro tempo attraverso un percorso che esplora aspetti meno noti del lavoro dello scultore. Sono presenti sia le sculture bronzee che rappresentano le forme elementari dei solidi geometrici sia opere di diversi formati e materiali che permettono di esaminare la relazione costante della ricerca di Pomodoro a partire dalla micro-dimensione, quindi dalla progettazione e realizzazione dei primi gioelli, fino ad interventi di natura architettonica e paesaggistica.

La mostra offre al pubblico l'opportunità unica di esplorare gli esordi e le tappe più importanti della carriera dell'artista, presentando per la prima volta un gruppo di opere inedite realizzate a partire dalla seconda metà degli anni '50.

Fin dagli esordi della sua carriera Arnaldo Pomodoro è stato sempre presente al divenire delle ricerche e movimenti artistici a lui coevi, cogliendo al meglio lo zeitgeist del tempo. Questi anni sono infatti caratterizzati da una spinta entusiasta, intensa e prolifica, di incontri viaggi e aperture. Il suo primo viaggio negli Stati Uniti, nel 1959, si rivela un momento fondamentale durante il quale Pomodoro intuisce che una novità permeava la scena artistica della West Coast, con particolare riferimento a Los Angeles e San Francisco, che diventeranno qualche anno dopo il polo centrale del suo agire.

Il risultato di tale intuizione è evidente nelle opere a parete piene di energia interiore - che rielaborano linguaggi a lui vicini come l’informale o il gesto intrinseco nella materia di Burri - attraverso l'utilizzo e la sperimentazione anche di materiali eterodossi alla tradizione.

La mostra offre al visitatore la possibilità di comprendere come Pomodoro sia in grado di trovarsi a suo agio in qualsiasi contesto di forme e dimensioni. Dalla bidimensionalità delle opere a parete come Presenza interrotta e Mondano e la sua ombra, alla tridimensionalità delle Colonne del viaggiatore, passando da gioielli e ornamenti, fino a interventi paesaggistici come il Progetto per il nuovo cimitero di Urbino.

Il percorso espositivo dà inoltre conto di amicizie e collaborazioni con poeti come Paolo Volponi, Attilio Bertolucci ed Emilio Villa, grazie a straordinari libri d'artista che mostrano quanto la narrazione e la scrittura siano sempre stati al centro della sua ricerca e del suo lavoro. In mostra sono presentati anche due film sperimentali nati dall'urgenza dell'artista di esprimere il proprio pensiero e fare artistico: Arnaldo Pomodoro makes a sphere (1968) girato a Stanford dal filmmaker Joe Green e Shaping negation (1970) realizzato in collaborazione con Francesco Leonetti e Ugo Mulas.

Il progetto espositivo intende evidenziare la figura di Arnaldo Pomodoro come un artista dallo spirito rinascimentale, aperto e partecipe alla sua contemporaneità e alle sue prometeiche trasformazioni. Arnaldo Pomodoro: il movimento possibile è un'occasione per compiere un viaggio affascinante attraverso una carriera straordinaria, sempre in movimento e in continua evoluzione, celebrando l’opera di uno dei più grandi scultori del nostro tempo. 


Arnaldo Pomodoro nasce a Morciano di Romagna nel 1926 e trascorre la sua infanzia a Pesaro. Dal 1954 vive e lavora a Milano.

Negli anni ’50 la produzione di Pomodoro si distingue per la creazione di altorilievi caratterizzati da una singolare “scrittura” scultorea, unica e riconoscibile, variamente interpretata dai più importanti critici del tempo.

Nei primi anni '60 approda invece al lavoro tridimensionale e concentra la sua ricerca sulla forma geometrica: sfere, dischi, piramidi, coni, colonne, cubi - tutti in bronzo levigato– vengono lacerati, corrosi, scavati nelle loro profondità, con l'intenzione di distruggere la loro perfezione e scoprire il mistero celato dentro di essi. L'accostamento formale tra la lucente perfezione della loro volumetria e la caotica complessità del loro interno diventa una costante nella produzione di Pomodoro.

Nel 1966 gli viene commissionata una sfera di tre metri e mezzo di diametro per l'Expo di Montreal. Oggi posizionata di fronte alla Farnesina a Roma, segna il suo passaggio verso la scultura monumentale. Questa è stata la prima di numerose opere dell'artista collocate in spazi pubblici di importanza simbolica: in molte piazze (Milano, Copenhagen, Brisbane, Los Angeles, Darmstadt), di fronte al Trinity College di Dublino, al Mills College in California, nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, di fronte alle Nazioni Unite a New York, presso la sede parigina dell'UNESCO, nel parco di scultura PepsiCo a Purchase, e in quelli dello Storm King Art Center a Mountainville, appena fuori New York City.

Arnaldo Pomodoro ha realizzato molte opere ambientali, che vanno dal Progetto per il Nuovo Cimitero di Urbino del 1973, scavato in una collina di Urbino, mai realizzato a causa di contrasti e problemi locali, fino a Moto terreno solare, un lungo murale in cemento per il Simposio di Minoa a Marsala, così come la Sala d'Armi per il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l’environment Ingresso nel labirinto, dedicato all'epopea di Gilgamesh, che ha completato nel 2011, e Carapace, la cantina di Bevagna realizzata per la famiglia Lunelli.

Fin dall'inizio della sua attività Pomodoro si dedica alla scenografia e crea "macchine spettacolari" per numerose opere teatrali, dalla tragedia greca al melodramma, dal teatro contemporaneo alla musica. A ribadire il suo impegno e il profondo fascino verso il tema della narrazione e della scrittura, l’artista si apre a numerose collaborazioni con poeti e letterati per la creazione di straordinari libri d’artista. Inoltre, si dedica alla progettazione di preziosissimi gioielli immortalati da alcuni dei più importanti fotografi contemporanei.

Memorabili antologiche hanno consolidato la sua reputazione come uno degli artisti contemporanei più significativi dei nostri tempi. Le sue mostre itineranti hanno girato tra Europa, America, Australia e Giappone.
Ha insegnato nei dipartimenti artistici di varie università americane: Stanford University, University of California a Berkeley, Mills College.

È stato insignito di numerosi premi prestigiosi: i Premi di Scultura alle Biennali di San Paolo (1963) e Venezia (1964); il Praemium Imperiale per la Scultura della Japan Art Association del 1990, e il Lifetime Achievement in Contemporary Sculpture Award dal Centro Internazionale di Scultura di San Francisco (2008). 


Arnaldo Pomodoro: il movimento possibile. Alberto Salvadori

Fin dagli esordi della sua carriera Arnaldo Pomodoro è stato sempre presente al suo tempo, in perfetta connessione con lo zeitgeist che accoglieva la sua presenza come artista e come uomo. La mostra Arnaldo Pomodoro: il movimento possibile ha il suo incipit all’inizio della lunghissima carriera dell’artista e per la prima volta, grazie alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, è anche possibile presentare una serie di opere inedite della seconda metà degli anni ’50.

Questi anni sono caratterizzati da una spinta entusiasta, intensa e prolifica, di incontri viaggi e aperture. Il primo viaggio negli Stati Uniti è del 1959, immediatamente Pomodoro intuisce che una novità permeava l’altra sponda dell’Oceano, non fermandosi come molti a NYC, guardò subito a ovest, alla sperimentazione dell’area di Los Angeles e San Francisco. Berkley e la sua università, in particolare, diventeranno qualche anno dopo il polo centrale del suo agire.

Tali intuizioni emergono nella mostra attraverso la rielaborazione di linguaggi a lui vicini come l’informale o il gesto, intrinseco nella materia di Burri: risultato evidente nelle opere a parete piene di energia interiore che mostrano come la scultura sia diventata da subito il suo campo di azione e ricerca, elaborando un utilizzo e sperimentazione anche di materiali eterodossi alla tradizione.

Come un artista rinascimentale, aperto e partecipe alla sua contemporaneità e alle sue prometeiche trasformazioni, Pomodoro elabora un linguaggio diventato iconico e assolutamente unico, trovandosi a suo agio in qualsiasi contesto di forme e dimensioni. Affascinante è constatare come tutto sia articolato partendo dalla micro-dimensione, quindi dalla progettazione e realizzazione dei primi gioelli, fino ad interventi di natura architettonica e paesaggistica, in piena assonanza con ciò che succedeva nella West Coast americana. I film presentati in mostra nati dall’urgenza di esprimere il suo pensiero e il suo fare artistico, nei quali è presente a tratti un elemento volutamente ironico, creano la narrativa interna del racconto per immagini. Questo interesse per la parola si ritrova poi negli incontri con alcuni grandi poeti con i quali Pomodoro realizza straordinari libri d’artista, attraverso i quali è possibile intuire quanto la narrazione e la scrittura siano sempre stati al centro della sua ricerca e del suo lavoro.

Paolo Volponi, Attilio Bertolucci, Emilio Villa sono alcuni dei nomi che possiamo scoprire in questo viaggio di amicizie e collaborazioni, di solidali appartenenze all’arte.
La mostra è un breve viaggio in una carriera straordinaria, sempre in un “movimento possibile”.